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Lotto 39 - Giuseppe Bartolomeo Chiari (Roma, 1654 - 1727) Santo che ...

Giuseppe Bartolomeo Chiari (Roma, 1654 - 1727) Santo che resuscita un fanciullo Olio su tela cm. 212x278,5 Leggi tutto
Stima:
18.000,00/24.000,00 €
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12.000,00 EUR
Offerta attuale:
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Numero offerte:
32

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Stato lotto:
Asta chiusa

Descrizione

Giuseppe Bartolomeo Chiari (Roma, 1654 - 1727)
Santo che resuscita un fanciullo
Olio su tela cm. 212x278,5

Siamo grati al Dott. Francesco Petrucci che ha riconosciuto il dipinto come opera di Giuseppe Bartolomeo Chiari.

Considerato già in vita il miglior allievo di Carlo Maratti e, anzi, pur tra tanti egregi artisti usciti dal suo operoso atelier, il suo vero erede, Giuseppe Chiari fu in realtà pittore dalla vasta cultura figurativa e non univocamente orientato in senso marattesco. Nella pittura di Chiari, infatti, si rinvengono, accanto alla produzione direttamente ispirata al suo maestro (peraltro, com'è noto, autorità assolutamente dominante e normativa sulla scena capitolina dagli anni Sessanta del Seicento fino alla sua morte nel 1713), anche altri modelli, riconducibili alla corrente barocca romana e in primis a Pietro da Cortona. Dotato di una tecnica rifinitissima, pressoché senza lacune, Chiari fu apprezzato da alcune fra le personalità di maggiore rilievo nel contesto artistico romano, come Urbano Barberini, il cardinale Ottoboni, Filippo II Colonna e ovviamente Papa Clemente XI Albani.
Il monumentale e sontuoso dipinto che qui si presenta ci permette di apprezzare la ben calibrata combinazione di elementi che caratterizza la pittura di Chiari. L'iconografia è imperniata sull'intervento miracoloso di un santo, condotto da una schiera di angeli dal cielo verso una madre affranta che sorregge tra le braccia il figlioletto morto. E' difficile individuare con certezza l'episodio, e quindi il santo protagonista dell'azione miracolosa, giacché la letteratura agiografica segnala moltissime vicende analoghe ad opera di molteplici figure di santi (tra gli altri Antonio da Padova e Nicola di Bari): certamente il pittore riesce a infondere un pathos eloquente e teatrale alla scena, rendendola potentemente coinvolgente a prescindere della puntuale individuazione dell'iconografia. Riscontriamo un'analoga interazione di controllato rigore compositivo di stampo marattesco e magniloquente dinamismo di matrice cortonesca in altre opere di Giuseppe Chiari come la Natività della Vergine e l'Adorazione dei Magi eseguite nella seconda metà del nono decennio del Seicento per la chiesa di Santa Maria del Suffragio a Roma, o il S. Antonio resuscita un morto nella chiesa romana di S. Silvestro in Capite.
Note
Collezione privata, Roma.
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