PIETRO SEDDA
(Cagliari, 1969)
Madaleine, 2016

Tecnica mista, china e pennarelli su cartoncino
30x43 cm
Più che un tatuatore un illustratore che usa la pelle come supporto. Sarà per questa sua caratteristica che Pietro Sedda, acclamato maestro della Tattoo Art internazionale, è conteso dai più importanti brand del mondo. Per Fritz Hansen ha tatuato una edizione limitata di nove storiche sedie di Arno Jacobsen; prodotta in edizione limitata e tatuata anche la BMW X2 Rebel Edition, con gli interni impreziositi dai suoi inconfondibili interventi grafici; persino Rosenthal lo ha arruolato per disegnare una collezione di porcellane. Ispirata a modelli assai lontani dall’iconografia classica del tatuaggio, la sua arte prende piuttosto respiro da una tradizione alta di cui Sedda ha una conoscenza approfondita: la pittura e la scultura del ‘500 e del ‘600, Rogier van der Weyden, Jan van Eyck, Rembrandt, Jacques-Louis David, il primo Edgar Degas, Hayez, Bill Viola. Il fascino contorto delle figure di Medardo Rosso è evocato da opere come quella posta all’incanto nella Rome Aid Auction, appartenente a una serie di visi incantevoli nella loro deformità, perché, dice il maestro: «La bellezza è imperfetta, a mio avviso. La perfezione mi annoia».