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Lotto 136 - Asta 39

Andrea Vaccaro (Napoli, 1604 - 1670) Loth e le figlie
Aggiudicazione:
20.000,00 EUR
Numero offerte:
1

Offerte

Stato lotto:
Asta chiusa

Descrizione

Andrea Vaccaro (Napoli, 1604 - 1670)

Loth e le figlie
olio su tela, cm 115x75. Con cornice antica
Il dipinto è accompagnato da un'expertise del prof. Riccardo Lattuada

Questo superbo dipinto illustra la felice congiuntura che si determinò a Napoli intorno al quarto-quinto decennio del Seicento che vide variamente intrecciarsi tendenze naturaliste di inevitabile ascendenza caravaggesca e riberesca con istanze classiciste legate all’influsso della pittura emiliana, in primis a Guido Reni. In proporzioni mutevoli ritroviamo tale affascinante commistione in opere di Massimo Stanzione, Pacecco de Rosa, Artemisia Gentileschi, Bernardo Cavallino e Andrea Vaccaro, al quale va riferita la versione del tema vetero-testamentario di Lot e le figlie (Genesi, 19, 30-38) che qui si presenta.
La composizione s’impone per l’originale impaginazione, che colloca il gruppo serrato delle tre figure in primissimo piano, come schiacciate a ridosso del riguardante. La lascivia della scena è esaltata dal gioco degli sguardi e delle posture che lega i protagonisti in una trama di ambigua sensualità, come pure dall’uso drammatico dei contrasti chiaroscurali, che si avvale sapientemente del fondo scuro per esaltare gli effetti luministici e materici delle vesti, dei capelli e della barba di Lot. In particolare, Vaccaro profonde qui una cura particolare nella resa dell’abbigliamento e dell’acconciatura delle due fanciulle, con effetti che ricordano le opere napoletane di Artemisia. Confronti probanti si possono istituire fra la nostra tela e dipinti di Andrea Vaccaro come la coppia en pendant raffigurante Lot e le figlie e Mosè fa scaturire l’acqua dalla rupe, in collezione privata, il San Paolo passato in asta Bloomsbury, Roma (20 Novembre 2008, l. 113), la Maddalena della Certosa di San Martino a Napoli e quella già nella collezione di Roberto Parenza a Roma.
La tela a trama spessa e la preparazione gessosa ribadiscono la produzione del dipinto in area napoletana ad una data anteriore alla metà del Seicento.

L’opera è corredata di Attestato di Libera Circolazione (Export Licence).

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