Francesco Trevisani (Capodistria, 1656 - Roma, 1746)

Autoritratto al cavalletto
Olio su rame, cm 19x13,5
Questo affascinante dipinto su rame rappresenta Francesco Trevisani intento a dipingere una delle sue opere richiestissime dalla committenza e dal mercato dell’epoca.
Nato a Capodistria, l’artista si trasferì a Roma dove entrò in contatto col suo protettore, il cardinale veneziano Pietro Ottoboni. Nell’Urbe, il pittore divenne uno dei più affermarti artisti sulla scia di Carlo Maratti, imponendosi sulla scena con affreschi e dipinti per le più importanti chiese romane.
Il rame qui in esame è una chiara conferma della ricchezza e del successo raggiunti dall’artista in quel periodo, come si può notare dal suo abbigliamento ricercato e dalla lussuosa abitazione, sinonimi della condizione agiata a cui il pittore era pervenuto. Un elaborato tendaggio incornicia un fastoso camino e mette in risalto il pittore che si è autorappresentato davanti al cavalletto mentre appoggia con grazia il pennello sulla tela. Il soggetto di quest’ultima potrebbe riferirsi ad un dipinto raffigurante storie di Alessandro Magno. Infatti, la figura della dea Minerva e della donna sedutagli di fronte appaiono analoghe ne La famiglia di Dario ed Alessandro (Parigi, Museo del Louvre) che il pittore eseguì nel 1737, unico dipinto pervenutoci di un ciclo più ampio ancora da rintracciare. Lo stile rococò composto e raffinato, dai toni patetici ed aggraziati, sembra rafforzare tale datazione. Anche il confronto con l’altro Autoritratto noto di Trevisani (oggi a Tolosa, Musée des Augustins), rispetto al quale l’artista appare qui molto più giovane, conferma un’esecuzione di questo rame intorno agli anni Trenta del XVIII secolo.

Bibliografia
M. Natale, Peintures italiennes du XIV au XVIII siécle. Musée d'Art et d'Histoire, Parigi 1979, p. 134 cat. 185.