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Lotto 57 - La Collezione di Don Sforza Ruspoli, Principe di Cerveteri ...

La Collezione di Don Sforza Ruspoli, Principe di Cerveteri Lotto unico di 384 reperti archeologici autenticati dal ... Leggi tutto

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Stato lotto:
Asta chiusa

Descrizione



La Collezione di Don Sforza Ruspoli, Principe di Cerveteri
Lotto unico di 384 reperti archeologici autenticati dal Consiglio Nazionale delle Ricerche

La collezione notificata del Principe Sforza Ruspoli, recentemente recuperata nei magazzini di Palazzo Principi Ruspoli di Cerveteri, si compone di una raccolta di 384 reperti archeologici provenienti dagli scavi della nota Necropoli della Banditaccia, principale area di sepolture dell'antica città di Caere. Si tratta di uno dei complessi sepolcrali più importanti del Mediterraneo, dichiarata nel 2004 dall'UNESCO, insieme alla Necropoli di Tarquinia, Bene e Patrimonio mondiale dell'Umanità. La Necropoli, che si estende per circa dieci ettari, comprende diverse aree tra cui la nota Zona del Vecchio e del Nuovo Recinto, la Zona dei Grandi Tumuli, la lunga Via degli Inferi e la Zona del Laghetto. L'intera area conserva migliaia di tombe che vanno dal IX al III secolo a.C., dagli imponenti tumuli circolari con calotta emisferica (ad esempio la Tomba della Capanna o il Tumulo Mengarelli), alle tombe cosiddette "a dado" (come la Tomba di Marce Ursus e la Tomba Ippodamea), sino ai grandi ipogei gentilizi (ad esempio la Tomba delle Onde Marine) che si dispongono sia lungo la Via Sepolcrale Principale che ai margini delle vie minori.
La Necropoli è stata oggetto di scavo sin di primi decenni dell'Ottocento: dal 1834 si avviò l'esplorazione di 53 tombe tra le quali quella degli Scudi e delle Sedie e degli Animali Dipinti, tuttora visibili. Il primo scavo sistematico fu condotto da Raniero Mengarelli tra il 1909 e il 1936; nel 1927 lo stesso Mengarelli scavò la via sepolcrale principale denominandola Via degli Inferi. Dopo il 1936 gli scavi subirono una lunga interruzione e ripresero negli anni sessanta quando la ricerca riprese per opera dell’archeologo Mario Moretti, che scavò principalmente la Zona del Recinto e quella dei Grandi Tumuli. Oggi la ricerca scientifica continua nelle aree ancora non aperte al pubblico: proseguono le ricerche scientifiche condotte a partire dagli anni ottanta dall'archeologo Mauro Cristofani.
Questa vastissima area sepolcrale, che costituisce una testimonianza unica ed eccezionale della civiltà etrusca, restituisce attraverso la collezione Sforza Ruspoli una raccolta di 384 reperti archeologici autenticati dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, di altissimo valore scientifico e provenienti presumibilmente dall’area del Vecchio Recinto. Il materiale archeologico, già oggetto di schedatura da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale nella figura della dott.ssa Laura Ambrosini, proviene per lo più da contesti funerari databili tra VII e IV secolo a.C.; non mancano inoltre reperti di età ellenistica e tardo ellenistica. Sono anche presenti pregevoli oggetti della prima età imperiale, come ad esempio un'eccezionale statua di filosofo realizzata in marmo rosato, ed una piccola urna cineraria marmorea con coperchio a doppio spiovente.
La collezione Ruspoli è quindi caratterizzata da reperti dalla forte connotazione ceretana: di produzione indubbiamente locale, e di straordinaria importanza, sono due anfore realizzate in stile white on red prodotte dalla Bottega dell'Urna Calabresi, e datate al 650-625 a.C.; o ancora sei pithoi in impasto rosso, decorati in tipico stile ceretano e databili tra la fine del VII e la fine del VI secolo a.C. Infine, un'interessante testimonianza epigrafica del fenomeno di progressiva latinizzazione del territorio ceretano, è fornito da tre cippi a colonnette iscritti e già editi da Mauro Cristofani (CIL, XI, n. 3677, n. 3691a, n. 3679).
Nella collezione sono inoltre presenti pochi manufatti che, pur non escludendo a priori la loro provenienza dal vasto territorio della necropoli, indicano senza dubbio una diversa area di produzione, molto lontana da Caere. É il caso, ad esempio, dello splendido cratere apulo a figure rosse attribuito all'Atelier del Pittore di Bari, databile al 350 - 330 a.C., o della ceramica proveniente da Atene. Fra i materiali attici emerge una kylix frammentaria decorata a figure rosse attribuibile all'Atelier del Pittore Meidias e databile al 410-400 a.C.
Appare evidente come i reperti della collezione Sforza Ruspoli siano riconducibili ad un medesimo filo conduttore e che debbano essere considerati in una prospettiva unitaria, pertanto come una raccolta omogenea per qualità, provenienza e caratteristiche compositive: indubbiamente una collezione di altissimo valore scientifico.

Il lotto è stato dichiarato di interesse archeologico particolarmente importante ai sensi del D.L.gs. 42/04 con D.D.R. del 19/7/2013 della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio.
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