Pierre Georges Jeanniot

Les Harpies

Litografia in bianco e nero u carta Japon nacré. Prova d'artista avant la lettre, con timbro "STE" a secco sul margine inferiore al centro. Firmata a matita sul margine inferiore sinistro. In ottime condizioni, compreso di passepartout in cartoncino bianco.

È la rappresentazione del mito di tre arpie, realizzata da un abile disegnatore con un tocco veloce e sicuro. Le Arpie sono divinità della mitologia greca. Originariamente erano immaginati come donne alate, quasi mostri con testa, busto e braccia di una donna e il resto di un uccello. Aello, "la tempesta", e Ocipete, "colei che vola veloce", Celeno, l '"oscurità" rapiscono e trasportano le anime dei morti. Abitarono nel giardino delle Esperidi, poi nelle isole Strofadi.

Pierre-Georges Jeanniot (1848-1934) fu un pittore, disegnatore, acquarellista e incisore impressionista svizzero-francese. Il suo lavoro rappresenta spesso la vita moderna a Parigi. Ritrasse soprattutto le donne parigine durante la "Belle Epoque" e le donne in costume da bagno in spiaggia (un fenomeno nuovo a quei tempi). I suoi dipinti forniscono una vivida documentazione sociologica dei tempi dell'artista. A Parigi stringe amicizia con Édouard Manet, Pierre Puvis de Chavannes, Jean-Louis Carnival, Paul Helleu e soprattutto con Edgar Degas, il quale venerò come maestro. Jeanniont trascorse molto tempo con Degas nella sua casa di Diénay (Côte-d'Or).

Illustrò un gran numero di libri letterari, tra cui Le Voyage à Saint-Cloud di Germinie Lacerteux (1886), Contes choisies di Guy de Maupassant (1886), Tartarin de Tarascon di Daudet (1887), Les Liaisons Dangereuses di Pierre Choderlos de Laclos (1917). Illustrò anche i principali capolavori letterari francesi come Les Misérables di Victor Hugo (1887), La Débâcle et La Curée di Émile Zola (1893-1894), Le Calvaire di Octave Mirbeau (1901), Le Misanthrope di Molière (1907), Les Paysans di Honoré de Balzac (1911) e Candido di Voltaire.
28.5 x 22 (foglio), 13 x 13 (immagine), 37 x 25 (passpartout)