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Lotto 211 - Asta 256

BIAGIO D'ANTONIO TUCCI (Firenze, 1445 ca. - 1510 ca.) Madonna in trono col Bambino, San Giovannino e due cherubini
Stima:
80.000,00/120.000,00 €
Base d'asta:
65.000,00 EUR
Offerta attuale:
0,00 EUR

Offerte

Stato lotto:
Asta chiusa

Descrizione

BIAGIO D'ANTONIO TUCCI (Firenze, 1445 ca. - 1510 ca.)
Madonna in trono col Bambino, San Giovannino e due cherubini

Olio su tavola, Ø cm. 85. Con cornice “a tondo” di legno dorato decorata con motivi di frutta, fiori e foglie.

Il dipinto è accompagnato da un'expertise del Prof. Giuliano Briganti, datata 5 maggio 1980.


Per il lotto 211 la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma ha avviato il procedimento di interesse culturale (Notifica).


L’occhio sapiente di Giuliano Briganti non ebbe dubbi nel riconoscere in questo magnifico tondo su tavola, frutto inconfondibile della pittura fiorentina dell’ultimo quarto del Quattrocento, un’opera sicura di Biagio d’Antonio. Probabile allievo e poi socio di Cosimo Rosselli, sodale per un certo tempo di Jacopo del Sellaio, con specializzazione nella pittura di arredi domestici (cassoni e spalliere), nel 1481-82 Biagio fu attivo nel grande cantiere romano degli affreschi della Cappella Sistina accanto al Rosselli e costantemente operoso a Faenza, città che ne conserva un gran numero di opere.
Il dipinto che qui si presenta, da oltre quarant’anni nella stessa collezione privata, si colloca negli anni più felici dell'attività di Biagio d'Antonio, fra il 1480 e il 1490 circa, quando le principali influenze che ne segnano la traiettoria artistica e la maturazione stilistica (Baldovinetti e Filippo Lippi, Verrocchio e Pollaiolo, Ghirlandaio e Botticelli) giungono al punto massimo di equilibrio, dando vita a un linguaggio pittorico di delicato lirismo, eleganza formale, luminosa spazialità e grazia decorativa. Il tondo si inserisce così con perfetta coerenza nella sequenza di Madonne con Bambino che costituiscono una sorta di marchio di fabbrica del pittore e si colloca in totale assonanza di stile con altri tondi raffiguranti il medesimo tema: basti pensare a quello oggi presso la Galleria Franchetti alla Ca’ d’oro, a quello conservato nella Pinacoteca Nazionale di Ferrara o a quello in collezione privata a Lugano, oltre a un buon numero di tavole sul più canonico formato rettangolare, a partire dalla Madonna con Bambino già nella collezione Corcos a Roma, che ripropone, con piccole varianti, il gruppo centrale del nostro tondo.
Si ammirano in modo speciale nel dipinto, rispetto agli altri citati, il limpido e morbido paesaggio appenninico, scandito con pierfrancescana accuratezza prospettica, e l’incantevole brano dei fiori dentro un recipiente di cristallo poggiato in primo piano sulla balaustra, giusto dirimpetto allo spettatore: rose e gigli mariani, a sancire l’armoniosa coesistenza tra l’esibizione di virtuosismo illusionistico e luministico, la piacevolezza ornamentale “naturamortistica” e l’inequivocabile funzionalità iconografica, in ossequio alla natura devozionale del dipinto.

PROVENIENZA:
Asta Finarte Milano 1981; da allora nella stessa collezione privata, Lombardia.

BIBLIOGRAFIA:
R. Bartoli, Biagio d'Antonio, Milano 1999, pp. 92, 96 (riprodotto a colori) e 211, n. 72.

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